The Human Safety Net
Pari opportunità per genitori e bambini piccoli in situazioni di difficoltà.
Ogni bambino ha diritto a ricevere istruzione e sostegno. Fin dall’inizio. Il programma ludico-didattico piccoli:passi affianca le famiglie in contesti sociali difficili. La coordinatrice racconta di visite a domicilio ed esperienze positive.
Vogliamo che i bambini provenienti da famiglie vulnerabili abbiano fin dall’inizio lo stesso accesso all’istruzione e possano avere uno sviluppo adeguato alla loro età, proprio come ogni altro bambino. Che scoprano giochi che magari nel Paese d’origine dei genitori non esistono. O che le mamme sappiano che possono prendere in prestito gratuitamente dei libri per bambini in una biblioteca. Queste conoscenze quotidiane non sono così scontate come si potrebbe pensare.
Le attività proposte da piccoli:passi sono molto concrete e integrate nella vita familiare quotidiana. Accompagniamo una famiglia per 18 mesi con visite settimanali o bisettimanali a domicilio e incontri di gruppo che permettono ai genitori di confrontarsi e integrarsi.
Ci rivolgiamo a famiglie in contesti socio-economici difficili con bambini di età compresa tra circa 1 anno e 3,5 anni. Tra queste vi sono famiglie di migranti, famiglie con un solo genitore o persone che vivono ai margini della società e hanno scarso accesso all’istruzione. La maggior parte di loro non sa dell’esistenza della nostra offerta. Per questo abbiamo bisogno di una rete di specialisti che fornisca informazioni sul nostro programma, come ad esempio assistenti sociali, consulenti per madri e padri o pediatri. Spesso veniamo consigliati da famiglie che hanno partecipato al programma: questo per noi è il complimento più bello.Wie muss man sich die frühkindliche Förderung bei den Hausbesuchen vorstellen?
Il nostro obiettivo non è insegnare le basi dell’inglese o della matematica ai bambini piccoli: noi giochiamo, costruiamo o raccontiamo storie, sempre insieme a un genitore. Il bambino può così trarre benefici a livello motorio, linguistico, cognitivo ed emotivo. Le persone che fanno le visite a domicilio sono mamme che, con la loro esperienza personale, interagiscono con le famiglie da pari a pari.
I genitori in situazioni difficili sono spesso insicuri e hanno bisogno di uno stimolo o di un accompagnamento. Un padre, per esempio, ci ha raccontato che ha messo il televisore in cantina perché la sua famiglia ha ricevuto un sacco di giocattoli e suggerimenti durante il programma piccoli:passi. I suoi figli sono talmente entusiasti di queste attività che la TV è diventata superflua.
L’esempio di Samira lo spiega bene. Arrivata in Svizzera dal Marocco, la donna viveva in un contesto molto isolato con il marito e il figlio. Per la famiglia ricevere visite regolari è stata decisamente una novità. Al primo incontro nel suo appartamento, Samira ha pianto perché in due anni non aveva mai ricevuto visite da persone esterne alla famiglia. Oggi partecipa attivamente alla vita di quartiere: organizza caffè per genitori, scambia idee con mamme in situazioni simili alla sua e racconta come piccoli:passi ha aiutato la sua famiglia. Grazie a lei siamo entrati in contatto già con diverse famiglie.
Vediamo quello che genitori e figli portano con sé di questo periodo nella quotidianità familiare. Ad esempio, una madre originaria dell’Afghanistan ha scoperto giocattoli del tutto nuovi grazie alla persona che le faceva visita: il primo puzzle, di cui il figlio va matto, o un gioco di società con cui adesso si diverte tutta la famiglia. Ha anche scoperto la biblioteca e ci va spesso per leggere delle storie a suo figlio. E così anche il suo tedesco è migliorato. Durante le riunioni di gruppo, dopo qualche tempo era in grado di parlare con altre madri e fare domande. Un cambiamento incredibile!
Quando il programma si conclude, facciamo sì che le famiglie possano continuare a studiare e, se necessario, ricevano sostegno. Per i genitori può trattarsi ad esempio di un gruppo di genitori o di un corso di tedesco «Muki». Per i bambini può essere indicato un asilo nido o un gruppo di gioco.
Cosa la colpisce di più di questo programma?
Trovo estremamente interessante la possibilità di conoscere altre culture. All’inizio vedo solo un nome sul campanello, ma non appena la porta si apre entro in un altro mondo. Magari bevo un tè seduta per terra con una madre afghana o scopro la storia di una famiglia rifugiata di origine ucraina. Ogni famiglia vive in modo diverso, quindi posso imparare tanto. Il lavoro per piccoli:passi è vario e pieno di significato.
E quando il programma termina riceviamo spesso feedback toccanti, tradotti in modo rudimentale da Google. Ad esempio: «La gioia e la felicità di mio figlio quando è arrivata la visitatrice mi hanno riscaldato il cuore». Oppure: «Grazie alle visite regolari, non mi sono sentita sola come mamma».
Laila Akra
Responsabile piccoli:passi Berna Nord/Est